Serata di beneficenza per “L’EXODUS” fondata e ditretta da don Antonio MAZZI, R. SPERI presidente nazionale dell’AMIRA e i soci organizattori della sezione Milano-Laghi.
Nella seconda foto, Lo chef Charlie “del Jolly Hotel President ” coadiuvato dai ragazzi della scuola Ballerini e don Mazzi
LUNA DI MAGGIO, GENEROSA E CRESCENTE di Claudio Buttura e Mario Petrucci
“Ho cercato l’uomo, su nel cielo. Mi avevano insegnato così, allora. Ho trovato tanta solitudine, Ho cercato l’uomo, sotto-sotto, tra i rottami delle fabbriche. Mi avevano fatto intendere così. Allora. Ho trovato solo rabbia, ingiustizia, politica, slogans. Ho cercato l’uomo dentro l’uomo. Subito ho avuto paura di perdermi. Credevo che dentro l’uomo ci fosse notte, vuoto, solitudine. Ho trovato invece tanta luce. Con questa luce, cercherò d’illuminare anche il “di fuori” dell’uomo. Perché è lì la tomba, l’ombra, il male.”
(da “Preghiera di un prete di strada” di don Antonio Mazzi – Edizioni San Paolo, 2004)
È con le parole di don Antonio Mazzi che vorrei introdurre alcune brevi considerazioni sullo specialissimo incontro conviviale che il “prete di strada”, noto fondatore di “Exodus” – gruppo d’impegno volto al recupero delle tossicodipendenze e presidente dell’omonima Fondazione, ha ottenuto di realizzare il 14/5 u.s. presso il suo centro, situato nel cuore del Parco Lambro a Milano, grazie ai rapporti d’intensa amicizia intrattenuti con Raffaello Speri, presidente di A.M.I.R.A. Associazione Maîtres Italiani e Internazionali Ristoranti e Alberghi.
Nella vasta sala riunioni dedicata a Matteo Tagliabue, un benefattore di “Exodus”, i Maîtres A. Di Ciano, A. Romano, V. Santoro, F. Schiavone, P. Vettor ed A. Zambrano, coadiuvati dal Cancelliere O.G.M.R. Cav. Uff. Mario Petrucci, hanno magistralmente predisposto e servito ad un centinaio di autorevoli convitati una serata “in prospettiva”, di piacevole realismo conviviale (preceduta dall’aperitivo servito in giardino) che definirei prodromico al sogno del sacerdote (“Sono realista, scrive esplicitamente don Mazzi, non dimentico mai che la vita è un sogno”).
Un sogno che i Maîtres A.M.I.R.A. avevano saputo far proprio fin dallo scorso aprile, in occasione di un altro straordinario momento di solidarietà che accettarono di animare a favore degli anziani ospiti della Residenza “Ai Pini”, casa di riposo ubicata in Val Ceresio (VA): iniziativa assai meritoria dei Professionisti della Ristorazione, dovuta in particolare all’impegno profuso dal neo fiduciario per la Sezione Milano Laghi Antonio Zambrano, 1° Maître del prestigioso Jolly Hotel “President” di Milano, supportato in modo efficace dai colleghi sopra citati, tra i quali merita un cenno Francesco Schiavone, giovane maître di idee innovatrici e dai bravissimi allievi della Scuola Alberghiera “Ballerini” di Seregno, località dell’hinterland milanese.
Accennavo al Sogno; ebbene, con ragazze e ragazzi come questi – giovanissimi e ben preparati A.M.I.R.A. può permettersi di coltivarne uno grande, bellissimo, che riguarda il proprio futuro. Si deve, infatti, al loro brillante apporto di freschezza e simpatia ed al costante impegno (ad eccezione di brevi istanti sottratti al servizio ai tavoli, per “furtivi” assaggi di dolci o sorsate d’acqua fresca contro il gran caldo in sala) indirizzato con affabilità e collaudato sapere professionale dal loro impeccabile “prof” A. Zambrano e dai suoi colleghi, se la cena di beneficenza ha illuminato la sera di don Mazzi, raggiante per un risultato forse superiore alle attese: ed uguale soddisfazione trapelava dal sorriso, discreto e pur compiaciuto, di Raffaello Speri. Certo, ha ricordato don Antonio rivolgendosi ai molti presenti, “sono lontani i tempi nei quali, qui al centro, dormivamo con l’ombrello e senza il permesso del Comune”, ma lo spirito degli inizi è rimasto lo stesso.
Che dire, poi, della riuscitissima asta benefica svoltasi dopo la cena sotto il martello del “Baffo” Roberto Da Crema, spassoso e arcinoto… incantatore televisivo? Ammetto che, dopo essere incappato per caso negli anni scorsi in alcune sue picaresche comparsate mediatiche, ne avevo ricavato impressioni poco lusinghiere. Sbagliavo. L’uomo m’è parso affidabile e generoso, dannatamente bravo nel proprio lavoro ma anche ne sono convinto – franco e gentile, come il suo sguardo diretto lascia intendere aldilà di ogni dubbio o facile pregiudizio. Professionista fra professionisti, della cui schiera fa parte a pieno titolo anche Giancarlo Pedruzzi, più conosciuto con lo pseudonimo di “Charlie”, executive chef d’origini bergamasche del Jolly Hotel “President”, affiancato alla perfezione in cucina dalla sua equipe di valenti collaboratori.
Mi è stato indicato come figlio della terra orobica anche Giorgio Zanetta, cabarettista targato “Zelig” che al termine dell’asta – animata dai molteplici rilanci dei facoltosi commensali ha chiuso il tempo dedicato al convivio con un breve sketch, efficace ed esilarante, sul personaggio di manzoniana memoria della “monaca di Monza”. L’ultima parola, tuttavia, spettava di diritto ai Professionisti della Ristorazione e dell’Ospitalità; ed i Maestri non hanno deluso le aspettative, riscaldando con le loro lampade – accese, a notte fonda, nel giardino adiacente – sia l’animo dei presenti che grandi quantitativi di frutta, preventivamente preparata per essere poi lavorata “alla fiamma”. Si sono visti ospiti tanto impegnativi assolutamente a proprio agio fra torte, biscotti, pasticcini e sorrisi dispensati con sovrabbondanza e cortesia dai Maîtres alcuni dei quali accompagnati dalle consorti, che hanno collaborato nella preparazione del “flambage” e dagli spigliatissimi “ballerini” della scuola alberghiera seregnese.
Una serata felice per Antonio Mazzi, prete anticonformista del Parco Lambro e per il suo entourage, che raddoppia il bel regalo dedicato da A.M.I.R.A. agli anziani della già citata Casa di riposo varesina, in attesa di altre analoghe iniziative che presumibilmente seguiranno la via appena tracciata; iniziative che costituiscono ormai per Mario Petrucci e per gli altri Maestri – una consuetudine mentale, ancor prima d’un impegno pratico, che ci si augura di esempio per i colleghi e motivo di rispetto, verso la categoria dei Maîtres, da parte dei responsabili istituzionali. Se si pensa all’efficacia con cui è stata realizzata questa “magica” serata in compagnia (sì, c’era anche il mago, in abito scuro e fazzolettino rosso fuoco) viene da chiedersi come mai tanta sinergica propensione al sorriso si manifesti solo, o quasi, in simili circostanze.
Forse perché siamo… distratti, a tavola? O magari un po’ troppo allegri e sicuri di trovarci fra gente… inoffensiva piacevolmente dedita, come noi, alla crapula e alle vanagloriose bicchierate di Trimalchione, noto protagonista del “Satyricon” petroniano? Temporaneamente privi dalla nostra consueta aggressività sociale, tesa a disorientare e scavalcare il prossimo nell’ostinato tentativo d’assecondare gli interessi del nostro Io sovrumano; inutilmente disumano, invece, ed ingiusto nei confronti del consesso civile dei cui destini siamo, in definitiva, parte integrante. Ma chi ha saputo ascoltare e ascoltarsi ha apprezzato, al calare del sole sul giardino fiorito e ospitale del centro “Exodus”, la poesia della luna di maggio, generosa e crescente come la sensibilità sociale evidenziata dai Maestri della ristorazione italiana.