La Grappa

Incontro al Principe sul tema della grappa di Claudio Buttura

Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere un Maître d’alto profilo brindare a grappa nell’elegante salone di un albergo di lusso, impugnando con la destra un capo di… “imbarazzante” biancheria intima femminile! Ebbene, ciò è davvero accaduto il 12 febbraio u.s. all’Hotel “Principe di Savoia” di Milano, nel corso dell’incontro “La Grappa: non solo una questione di cuore”, organizzato da Aira Lombardia in collaborazione con Amira ed Uipa per il percorso “Incontri & Formazione” con Solidus “I Professionisti dell’Ospitalità

Il Maître dell’Amira Marino Damonti, protagonista della serata, esibendo sorprendenti doti di pigmalione e di prestigiatore, non ha solamente intrattenuto, sul tema del prezioso distillato, una platea incredibilmente folta, un centinaio le presenze, a sottolineare l’eccellente riuscita dell’ultima iniziativa promossa dai professionisti aderenti a “Solidus” – ma ha raccontato, con dovizia di particolari, una storia d’Amore.

Non c’è altro termine per descrivere in modo più incisivo la trasparente, incondizionata passione di quest’uomo per la vera “star” della principesca serata, un distillato tutto nostro; la Grappa, se non vestisse i panni dimessi della cenerentola, che noi stessi abbiamo confezionato per lei in passato, sarebbe negli ardenti desideri del relatore una regina agli occhi del mondo.

Et voilà! Dopo una rapida disamina dei sistemi di distillazione del passato, contraddistinta da una severa critica del Nostro ai carenti metodi di “insilamento” delle vinacce e ad eccessive ruvidezze alcoliche, il Maître con l’hobby della Grappa spezzava una lancia a favore degli odierni 136 distillatori (rispetto al migliaio del passato) che oggi dedicano assidui sforzi all’affinamento del loro prodotto per consentirne un’adeguata valorizzazione. Tra simpatici aneddoti e puntuali descrizioni dei moderni impianti di distillazione della grappa, cui vanno aggiunte le tre distillerie “a fuoco diretto” ancora esistenti il relatore onorava il proprio impegno con un panegirico dedicato al prodotto “bene invecchiato” che, a suo avviso, non sfigurerebbe affatto se messo a confronto con i più celebri e gettonati suoi pari, selezionati all’estero (whisky, rhum, brandy…).

Col cuore immerso fino al miocardio nei bicchieri (più d’uno, naturalmente, sulla base di precisi parametri ma anche con accurato gusto personale) l’abile pigmalione andava dipanando la storia d’amore con la sua regina tra metaforiche effusioni ed appassionati sguardi aldilà del… vetro, fino al termine della cena ideale comprensiva di grappa aromatica (es. Moscato) se a base di pesce; grappa strutturata (es. Sfurzat) se a base di piatti robusti. Mai dopo il caffé. Raccomandazione, quest’ultima, da osservare scrupolosamente pena l’archiviazione della stima da parte del nostro partecipe amico che non mancava, poi, di offrire utili indicazioni alla platea, ormai inebriata dai molteplici assaggi studiati con cura e perizia, circa il modo migliore per carpire alla reginetta di bontà alcuni dei suoi preziosi segreti: ad esempio, riempire per due o tre volte una tazzina da caffé con acqua bollente, versandovi poi gettata via l’acqua e dopo aver lasciato asciugare la tazza il prezioso liquido.

Con i profumi ed il calore del suo “corpo” delizioso, la vostra regina vi inonderà il cuore (e non solo!) di… libido e allegria. Eccolo, l’aedo delle incomparabili virtù terapeutiche e spirituali dell’aqua de vitae, del morbido appagamento dei sensi con i quali la generosa sovrana della buona tavola premia infallibilmente chi la corteggi con spontaneità, perizia e raffinato sentire. Certo, però, che quel poker di grappe e quei divertenti giochetti di prestigio al termine della serata… Si spiega forse, così, l’improvvisa comparsa del caratteristico, “compromettente indumento di cui s’è detto all’inizio, al posto di un innocuo fazzolettino rosso estratto pochi istanti prima dalla tasca del Nostro?

Suvvia, signor Damonti, così non vale! Lei ha risvegliato, in tal modo, pensieri lontani ed ormai sopiti nella mente del poeta, un capitolo della sua vita chiuso con molti rimpianti a due passi dal mare:

“Noi due, insieme, dimentichi del mondo, dispersi tra questi vicoli dorati di tramonto e limoni. Insieme, noi due nel nostro onirico amplesso, concerto di profumi voluttuosamente distesi sul golfo, tuffo dolce o salato fra pesci di scoglio e chimere. Noi due, insieme gabbiani e poeti travolti nell’estasi degli ulivi. Fantasie. Incrostate alla chiglia del mio amore platonico che mai prenderà il mare. Sugli spalti inarrivabili della fortezza, il bacio di due innamorati umido, caldo come lacrime nella sera e lungo, come solo la notte. Lontanissime, stelle alla deriva nel buio, le luci di Portovenere interrogano il mare e il destino.”

Eppure, basta un quadratino di cioccolato fondente 70%, che Marino Damonti consiglia d’accompagnare con un piccolo sorso di grappa d’Amarone, garbatamente robusto e consolatorio, per sciogliere subito la malinconia.

A questo punto vorrei evidenziare il ruolo di primo piano svolto dagli ottimi sponsors della serata. L’azienda veneta¹ che ha offerto i prodotti per le degustazioni: trenta ettari di terreno nei pressi di Conegliano (TV) e diverse idee originali, una delle quali (la grappa vaporizzata, presentata in dispenser dotato di nebulizzatore quasi fosse acquavite… di Colonia) da spruzzare su caffé, dolci, gelati, perfino sigari, che se da un lato delizia l’olfatto senza alterare il gusto di quei prodotti destinati al consumo, dall’altro è utile a conquistare i gusti del partner attraverso… l’olfatto.

È poi il turno, noblesse oblige, del maitre chocolatier piemontese² dall’invidiabile curriculum ottocentesco che, muovendo dalla geniale seppur casuale intuizione d’effettuare la lavorazione del cacao con macchinari fino a quel momento utilizzati in conceria, seppe dare aromi e forme irresistibili per ogni vero, concupiscente buongustaio.

Non ultimo, lo sponsor lodigiano³ intervenuto grazie al brillante intuito del lucidissimo Luciano Manunta, il quale, nato su un’isola mediterranea dagli intensi profumi di mirto e di mare, pare sia in grado di riconoscere “a naso” tutto ciò che odora di buono, anche quando occultato dalle brume della sua terra d’adozione.

Ha presentato i dolci della tradizione contadina, il Presidente del Consorzio di Tutela del Prodotto Tipico lodigiano, nel cui applaudito intervento, però, ho ravvisato, devo dire con un certo rammarico, la volontà di glissare sull’origine dei prodotti presentati, inconfutabilmente “lombarda”; termine da lui ritenuto compromettente per ipotetici risvolti, di natura politica, che vi si potrebbero rilevare. Atteggiamento poco comprensibile, anche perché contradditorio rispetto alla volontà manifestata dallo stesso di valorizzare la tipicità del prodotto, le cui origini costituiscono in ogni caso motivo di fierezza. Del resto, le persone collegate alla politica cui lei, caro Presidente, ha fatto esplicito riferimento, pur con tutte le loro inevitabili pecche, non hanno certo avuto il… buon tempo bensì il coraggio di alzare la testa, dando voce al desiderio di ogni uomo onesto di modificare una realtà eticamente inguardabile. Aggiungo che, a mio avviso, l’attuale riscoperta di tante piccole realtà locali insistenti sul territorio nazionale si deve, in buona parte, all’intuito ed all’impegno delle persone di cui sopra: almeno per questo, esse meriterebbero un po’ di rispetto.

Simpaticamente, tuttavia, la assolverò per abbondanza di prove offerte dall’alta qualità della sua “tortionata” (nella doppia versione “San Bassiano” ed “Incoronata”) e per i prelibati “Bacioni” ripieni di cacao, nocciole e miele, riconoscendoLe senza incertezze la bontà del Prodotto Tipico lodigiano, comunque espressione, lo si voglia o no, del territorio lombardo e della laboriosità dei suoi abitanti.

Ritengo sia questo l’aspetto di maggior interesse emerso dall’incontro col Maître Marino Damonti, preceduto a sua volta dalla breve prolusione di Renato Andreoletti e dal saluto di Franco Alzetta, rispettivamente coordinatore e presidente uscente di “Solidus” ai quali ha fatto seguito la presentazione da parte di Mario Petrucci, Cancelliere dell’Ordine Grandi Maestri della Ristorazione, dell’attesa crociera nel Mediterraneo che avrà luogo nel prossimo autunno a bordo della “Costa Serena”, straordinaria “città galleggiante” di 120.000 tonnellate di stazza della nota compagnia di navigazione, fresca di varo. Da ricordare, infine, l’angolo letterario delle serate Aira comprendente la lettura, affidata alla voce prestigiosa di Franca Fabbri, di una simbolica poesia del sottoscritto e di un breve passo riferito alla filosofia “sufi”, tratto dal romanzo di Paulo Coelho “Veronica decide di morire”: viceversa, il brano inserito nel volume “Il volo della martora” di Mauro Corona, la cui lettura non si è potuta effettuare per mancanza di tempo, sarà doverosamente riproposto in altra data.

Riallacciandomi a quanto accennato in precedenza, rilevo che tutti gli interventi, da quello del relatore agli sponsors, hanno portato al tavolo di degustazione esperienze legate alla capacità imprenditoriale ed alla creatività della nostra gente, insieme agli ottimi frutti del territorio. Una ragione in più per invitare tutti, sottovoce ma con estrema convinzione, a “guardare dallo spioncino” prima di spalancare l’uscio di casa all'”ospite” di turno (cinesi, arabi, indiani, ecc.) in una parola, all’intero universo. Un consiglio? Verificare in anticipo che la “mise en place” in cucina e la messa in piega della… signora siano curate in ogni dettaglio ma, soprattutto, che il dolce “fatto in casa” da offrire all’ospite chiunque esso sia, non manchi mai sulla nostra tavola.

In caso contrario, sarebbero meritati gli sfottò hollywoodiani di Mr. G. Clooney: “No… Bacioni, no party”.

  • Distilleria “Bottega” s.r.l. – Bibano di Godega (TV)
  • “Caffarel” – Luserna S. Giovanni (TO)
  • Premiata Pasticceria Gelateria “Dolce Lodi” s.n.c. – Lodi (LO)